21.3.10

the Fear

Let's talk about what you fear the most.

Un piccolo omaggio per ringraziare tutto il team dietro a quello spettacolo di gioco che è Batman: Arkham Asylum.

E sì, lo ammetto, mi era venuta una certa scimmia da Spaventapasseri.

15.3.10

[RECE] - The Chill


Diciamolo subito, questo Vertigo Crime sarebbe davvero perfetto per una trasposizione cinematografica. Sesso, violenza, mutilazioni e un po' di sana indagine poliziesca a cercar di risolvere le cose. Funzionerebbe di sicuro sul grande schermo ma, a lettura ultimata, non lascia poi molto a livello di emozioni.

Mick Bertilorenzi si impegna per rendere al meglio l'atmosfera della storia. Ne cura il dinamismo e le inquadrature. Ed è innegabile che la maggior parte dei lati positivi di questo volume stiano proprio nelle sue tavole. L'unico elemento che dovrebbe essere curato maggiormente è quello della sensualità, che pare l'artista non riesca mai a catturare davvero nelle varie scene di sesso.

Jason Starr scrive una storia lineare. Forse troppo. Al punto che pochissime sono le sorprese che riserva questo volume. Si seguono piuttosto pigramente le vicende di Alrlana, gli elementi di magia druidica cui è indissolubilmente legata la sua famiglia e l'indagine di polizia che cerca di far luce sui cruenti delitti. La pecca più evidente nel ritmo della storia è quella di non riuscire a catturare la fantasia o l'interesse del lettore. Tutto finisce col sapere un po' troppo di "già visto", e la prevedibilità della narrazione non aiuta a stimolare particolarmente l'attenzione.

5.3.10

Una vita fa

Fa piuttosto freddo oggi. Mio padre mi guarda come per incitarmi a fare di più. Certo. Peccato che lui sia una montagna, ed io sia ancora gracile malgrado la mia età. Lavorare nei boschi dovrebbe rendere forti. Ma pare che questo non stia funzionando particolarmente per me.
In casa servono soldi. E le mie braccia, per quanto esili, sono comunque utili a portare il pane a tavola.

È un sollievo quando raggiungiamo la camionetta per tornare al paese. Sono stanco morto. La testa mi ciondola per il sonno e ho fame. Un macigno mi si appoggia pesante sulla spalla. Mio padre mi guarda e accenna un sorriso. Non è un uomo di molte parole. È così che mi dice che ho fatto bene, per oggi.

A casa le mie sorelline corrono da una parte all'altra del tavolo, aiutando nostra madre ad apparecchiare. Al nostro arrivo, tutte contente si precipitano da noi. La più piccola ha raccolto dei fiorellini e li ha messi a centro tavola. Il banchetto di una famiglia come tante, impreziosito dall'affetto di una bambina. Non abbiamo il tempo, nè la voglia, di lavarci prima di cena. Ci sediamo. Mangiamo. Pare di rinascere dopo il peso del lavoro di un giorno troppo lungo da sostenere.

Qualcuno bussa alla porta.

Mia madre si alza per andare ad aprire. La fine del mondo entra in casa con il fragore di un tuono. Succede tutto troppo in fretta. Non so nemmeno in che modo io sia caduto a terra, con la faccia premuta contro il vecchio tappeto impolverato. I rumori che sento sono colpi di fucile, che scandiscono il ritmo di oggetti che esplodono e della mia famiglia che...

Ho paura. Sono pietrificato. Fingo che anche a me sia già accaduto ciò che è successo agli altri. Lui se ne accorge. Sento i passi che mi si avvicinano.

Rumore.

Uno schianto assordante. La sensazione di un colpo alla schiena, come in uno stupido scherzo. Non fa male.
È questo che si prova quando si muore?

Apro gli occhi.
Sono io. Il mio corpo è diverso. Mi trovo in un altro dove. In un altro quando.
Dico a me stesso che ho semplicemente sognato.