18.7.10

[RECE] - The Executor

Se ciò che ci si aspetta da un thriller è che il lettore resti incollato alla pagina, fremendo dalla voglia di proseguire con la storia, si può tranquillamente dire che la mancanza di ritmo di questo Vertigo Crime non aiuti affatto.

Nominato esecutore testamentario della propria fidanzata dei tempi della scuola, il protagonista indagherà sulla morte di lei, frugando tra eventi di un passato che sarebbe dovuto restare sepolto ed i segreti di una cittadina il cui marciume non può essere ignorato. L'evolversi degli eventi non ha nulla di particolarmente sconvolgente, ed i risultati delle indagini portano a conclusioni e "rivelazioni" che risultano essere piuttosto prevedibili e scontate.

Con The Executor, Jon Evans scrive quella che potrebbe essere la sceneggiatura di un thriller a basso costo, che non richiamerebbe molto pubblico se venisse trasposto in film per il grande schermo.

D'altra parte, però, tutt'altro tipo di menzione meritano invece i disegni di Andrea Mutti. Il volume può, infatti, tranquillamente essere acquistato anche solo per le sue tavole. L'artista da una prova eccezionale del suo talento e dimostra una maturità, ormai pienamente acquisita, che merita di essere premiata. L'espressività dei volti, la cura dello story telling, i dettagli dei fondali. Non c'è elemento su cui si possa avanzare alcuna critica.

4.7.10

La casa degli dei

Il volto viene colpito da centinaia di aghi di ghiaccio liquido. Tempestano il corpo senza concedere alcuna tregua, così come fanno le lingue di acqua salata che lambiscono la nave nel desiderio di divorarla. È notte, ma non servono stelle per guidare la tua rotta. C'è tuo figlio, che ora riposa tra le onde, a guidarti. La sua barca l'ha trasportato per l'ultima volta sulla superficie che non si ferma mai. Poi, il fuoco l'ha reso una cosa sola con le sue profondità, ed egli è ora ovunque.

Accarezzi delicatamente il metallo dell'arma. Scorri le dita sul bordo affilato delle ali spiegate di un pipistrello e, nel farlo, esse reclamano il prezzo della tua essenza. Una goccia di te precipita in mare. È giusto che sia così, per dire a colui che sarebbe stato tuo erede che non lascerai che ciò che accadde resti impunito. Per dirgli che il vostro sangue è lo stesso e che il riposo sarà infine concesso ad entrambi.

Il viaggio è stato lungo, ma già scorgi le prime ombre di quel boccone amaro che le acque non cessano un istante di tentare di inghiottire. Alzi gli occhi al cielo, lasciando che tutto il tuo essere venga purificato da questa notte bagnata, in cui gli occhi degli dei non potranno vedere ciò che verrà. Ma è certo che l'eco del tuo grido squoterà lo stesso Bifröst. E, allora, anche essi sapranno.