17.12.13

[RECE] - I sogni segreti di Walter Mitty


Ieri sera sono stato all'anteprima del nuovo film di Ben Stiller, che è attore protagonista e regista di questa pellicola.

Ennesimo caso in cui, visto il trailer si ha praticamente già visto buona parte della vicenda. Ma, tutto sommato, poteva pure bastare il trailer, che era decisamente più breve e raccontava comunque quello che c'era da raccontare.

Ma, al solito, procediamo con ordine.
Remake/adattamento/profonda riscrittura di Sogni Proibiti, del 1947, è ispirato dal racconto breve del 1939 ad opera di James Thurber.
Se già da qui si parte abbastanza lontani nel tempo, meglio evitare di smarrirsi nel ginepraio di produzione che, già quasi una decina di anni fa, ha visto il rimpallarsi dell'idea di questa nuova versione da parte di svariate case di produzione, sceneggiatori, attori possibili per il ruolo di protagonista. Ma la rete vi vuole bene, e Wikipedia vi consente di informarvi agilmente.

Poi c'è Life Magazine, celebre e storica rivista statunitense per cui Mitty lavora, in qualità di responsabile archivio negativi. E anche qui, c'è da farsi una cultura su un brand tanto celebre e tanto tormentato nei vari passaggi più o meno forzati che ha dovuto subire col passare degli anni.

Ecco. Dopo questi due approfondimenti, e dopo aver detto che, in alcuni passaggi, la fotografia di questo film risulta particolarmente ispirata, possiamo pure chiudere l'anteprima.
Deludente?
È capitato a tutti di farsi dei viaggioni mentali, sul tipo di persona che avremmo voluto essere. Su come saremo potuti essere più brillanti, avventurosi, carismatici, pur calati nell'ovvietà del quotidiano. È un tipo di esperienza largamente condivisa, e nella quale è facile riconoscersi. Per questo, quel momento di rischio e riscossa, che già dal trailer viene ampiamente promesso allo spettatore, risulta banale pur nella spettacolarità di molte scene.

Non è uno Stiller da ridere. Qualche battuta al posto giusto, ma l'intento è sicuramente altro. C'è un mondo la fuori, e l'avventura della tua vita spetta solo a te, protagonista cosmopolita dai mille talenti nascosti. Yeah. Ve l'ho detto che il trailer spiega tutto, no?

Note:
- Shirley MacLaine, nel ruolo della madre di Mitty, è uno spreco. l'attrice è molto, molto, molto più che una faccina tra il sorpreso e l'apprensivo. molto di più, che diamine.
- in una battuta, il personaggio di Ted (Adam Scott) dice a Mitty qualcosa del tipo: 'ehi, sei un vero Duncan uomo armato'; non esiste Duncan uomo armato. esiste Duncan Man-at-Arms. sì, quello dei Masters. sì, quello di He-Man. certo, il padre di Teela. e certo, un nerd durante la localizzazione di un film statunitense è sempre necessario.

10.12.13

Jupiter Ascending


Fumetto non è una brutta parola, e non è sicuramente riduttiva; ma ormai tutti a scrivere sta cosa in Facebook, quindi inutile tornarci sopra ulteriormente.

È on line il trailer di Godzilla. L'ho pure visto, il trailer. E, detto questo, non parlerò mai più di questa nuova versione cinematografica del lucertolone. Mai. Più.

Però c'è Jupiter Ascending. Sempre trailer. E non centra nulla con Jupiter's Legacy. Nuova fatica dei fratelli Wachowski. Data prevista 25 luglio 2014.
Almeno non racconta di un gruppo di paracadutisti che si lanciano su una città in rovina a causa di un giappogashapon strafatto di steroidi. Ma cortesemente.

4.12.13

Wonder Gal


Wonder Woman non è mai stata tra i miei preferiti. Pur essendone uno dei personaggi cardine, l'ho sempre trovata di secondo piano rispetto ad altre donne del DC Universe.

Poi, anche se il rumor girava da tempo, arriva la conferma. Gal Gadot sarà Wonder Woman nella prossima pellicola dedicata a Superman - sì, quella dove Batman sarà Ben Affleck - e a confermarlo è lo stesso Zack Snyder, il regista, che dice: 'Wonder Woman è senza dubbio uno dei personaggi femminili più potenti di tutti i tempi e tra i preferiti dai fan dell'universo DC. Non solo Gal è un'attrice straordinaria, ma ha anche quella magica qualità che la rende perfetta per il ruolo. Non vediamo l'ora che il pubblico possa vedere Gal nella prima apparizione cinematografica di questo personaggio così amato'.

Ora, dei Fast and Furious in cui partecipava, ricordo che facevo una notevole fatica a ricordarmi cosa le gravitasse attorno, tanto rimanevo con lo sguardo incollato a lei. È verosimile che, dopo averla vista nei panni di Wondy, corra a recuperare una notevole quantità di HC dedicati all'amazzone di Themyscira.

29.11.13

[RECE] - Thor: The Dark World


Ehi, Dark World durante il Black Friday!! Sapete, dark...black... no, eh? Ecco l'umorismo che troverete durante la seconda avventura cinematografica dedicata a Thor.
Dico davvero. Le battutine.

Ma andiamo con ordine. Premessa, niente spoiler. Solo due categorie: cosa ci è piaciuto e cosa proprio no.

Ci è piaciuto:
- Anthony Hopkins nel ruolo di Odino. Immenso. Potrebbero dedicare una intera pellicola solo a lui, e credo ne acquisterei pure le edizioni più limitate, tanto in dvd quanto in blu-ray. Perfetto per il ruolo e con una potenza scenica seconda a nessuno.
- Kat Dennings nel ruolo di Darcy Lewis. Convincente già nel primo film, qui ha un pochino più spazio. Ed è tanto sensuale nel suo essere così espressiva, da rubare la scena a Natalie Portman.
- il finale. Seguito dal finale bonus, subito successivo. Ed il finale bonus +1, che segue i titoli di coda. Occhio, quindi, a non uscire dalla sala anzitempo.
Precisazioni doverose, quando dico finale, intendo proprio gli ultimi due minuti circa di film. Non la battaglia conclusiva, sia ben inteso. Proprio NON la battaglia conclusiva.
- Sif. Sul red carpet. Decisamente.

 
Cosa non ci è piaciuto:
- l'Aether, l'arma dei cattivi-cattivissimi. Praticamente una versione evoluta dello screensaver Mystify di Windows 98.
- la storia; che ho letto di un sacco di gente entusiasta. E poi, durante i credits, vedo che tra gli autori dello screenplay c'è Christopher Yost. No, seriamente, Yost. Quello di X-23.
- lo spreco fatto di un attore come Christopher Eccleston, costretto da ruolo a stare con la medesima espressione per tutta la durata della pellicola.
- il suono dei veicoli asgardiani; li senti volare e pensi a Tatooine e Endor - e se non sapete che sto parlando di Star Wars, infamia su di voi - poi, nuovamente, arrivi ai titoli di coda e lo vedi. E ti chiedi perché. Il sound effect LucasArts, LucasFilm...non ricordo nemmeno più bene. Colpa del trauma. Per quale motivo i veicoli asgardiani devono avere gli stessi effetti sonori di quelli di Star Wars?!
- Asgard vs Necromonger = WTF
- le battutine, che a volte sono pure simpatiche, spesso cadono invece nel momento sbagliato, come fu per Iron Man 3. Ehi, non l'ho inventata io la regola che, nell'umorismo, il tempo comico è tutto.
- Sif. Che nel film non era vestita come sul red carpet.

26.11.13

Sfogliando Preview: Dicembre

Come la scorsa volta, e come idealmente sarà sempre, vediamo i tre titoli e la menzione d'onore estratti dal Preview di questo mese.
Il Preview di Dicembre è relativo alle uscite di Febbraio 2014:


BATMAN 66 HC VOL 01 (DC Comics)
L'edizione cartonata della serie 'digital first' dedicata al Batman degli anni '60. Per chi, come me, è cresciuto guardando l'ingenuo e kitsch show con Adam West, questa è una bella occasione per ritrovare quelle stesse atmosfere. Chiassose, colorate, pop. Non potrebbe essere più lontano dallo stile grim and gritty cui si è abituati parlando di Bats, ma sono storie che potrebbero regalare qualche piacevole sorpresa.
Nota: sarà disponibile ad inizio aprile '14.


DAYTRIPPER DELUXE EDITION (Vertigo)
I fratelli Gabriel Bà e Fabio Moon hanno confezionato, con questa miniserie di dieci numeri, una delle più belle storie in cui abbia avuto la fortuna di inciampare. Niente supereroi, niente poteri, solo la vita di un personaggio qualunque, Domingo. E, in ogni numero, uno dei possibili percorsi che la sua vita avrebbe potuto intraprendere. Ne possiedo la versione TP, ma non potrò rinunciare a questa nuova edizione che rende onore al piccolo capolavoro che è Daytripper.
Nota: sarà disponibile dalla seconda metà di aprile '14.


JACK KIRBY'S NEW GODS ARTISTS EDITION HC (IDW)
Le Artist Edition IDW non sono edizioni economiche. Con la stessa cifra del costo di questo volume, vi potreste facilmente accaparrare tre dei quattro HC che DC Comics diede alle stampe, qualche tempo addietro, ristampando tutto il Quarto Mondo di Kirby.
Qui ci sono 'solo' i numeri 2, 5, 6, 7, 8 di New Gods. Ma è un volume cui tutti i fan del Re faranno davvero fatica a resistere.
Nota: sarà disponibile dalla seconda metà di marzo '14.

- MENZIONE D'ONORE -


28 DAYS LATER OMNIBUS (Boom! Studios)
Non è una novità, ma un volume che torna disponibile - soprattutto mentre il primo TP è ormai esaurito - che narra il ponte ideale tra gli eventi del primo ed il secondo film. La storia è ben raccontata e non potrà assolutamente deludere i fan della versione cinematografica.
Raccoglie tutti i ventiquattro numeri che compongono la ongoing uscita per Boom! Studios ed è illustrata per una buona metà dall'ottimo Declan Shalvey.

15.11.13

Dovresti doppiare un Lego


Diventare doppiatore non è la cosa più facile del mondo.
Se ti viene ripetutamente detto che 'dovresti farlo', ti informi e cerchi di saperne di più. Ci vuole la giusta voce, una più che discreta capacità di recitazione, l'assenza di inflessioni dialettali - anche se, poi, i bambini dei film parlano quasi tutti con quel malcelato romano - e, cosa più importante, che qualcuno ti dia la possibilità di doppiare.

Ed è la possibilità la cosa più ardua da poter ottenere. Per una volta, però, ne viene data una. Coming Soon e Warner Bros hanno organizzato un piccolo concorso. Il vincitore potrà partecipare al doppiaggio di LEGO The Movie. La battuta da recitare è presente anche nel trailer, quindi non ci sono scuse per dire che non si sa bene come contestualizzarla, o che tono sia meglio adottare.

Io l'ho fatto. Vedi mai sia la volta buona che potrò rispondere 'eh sì, io SONO un doppiatore!!'. Se avete un paio di minuti, provateci anche voi. Partecipare è davvero semplice. E no, non ci guadagno nulla a dirvelo. E sì, potrebbe non essere saggio aumentare ulteriormente la potenziale concorrenza. Ma, ehi, l'occasione è ghiotta e rara. E poi...si tratta dei LEGO!!

Buona fortuna a tutti. E anche a me.

8.11.13

[RECE] - Jupiter's Legacy #1 - 3

Inizialmente prevista per il 30.10.13, l'uscita del quarto albo di Jupiter's Legacy è slittata, invece, al primo gennaio del prossimo anno.

Considerato che la saga dovrebbe durare una dozzina di numeri e che la storia è idealmente raccontata in story-arc da tre albi ciascuna, per quelli che dovrebbero quindi essere quattro archi narrativi, questa può essere l'occasione giusta per fare due parole sull'ultimo lavoro di Mark Millar.

Ora, il ritardo sulle uscite - pure bimestrali - è ampiamente scusabile, considerato che è Frank Quitely l'autore dei disegni. E, dopo i problemi alla schiena che l'artista lamentava, è tornato in più che ottima forma.

L'uscita del terzo albo è slittata un po' rispetto a quella prevista ed il quarto, come detto sopra, aprirà il 2014. Per ammazzare l'attesa ma tenere alta l'attenzione del pubblico, verrà pubblicato una versione Director's Cut del primo numero. Tavole a matita e sceneggiatura, come è ormai d'abitudine per questo tipo di edizioni dedicate ai collezionisti e non.

Ma come sta andando la serie?
Millar ha sicuramente il piede sull'acceleratore e una direzione ben precisa cui tendere.
Tutto parte dai difficili anni '30, da un'isola misteriosa, dall'acquisizione dei superpoteri da parte di un gruppo di viaggiatori guidati da una visione.
Saranno loro la prima generazione di eroi.
E oggi ci sono i loro figli, non all'altezza di chi li ha generati. Senza obiettivi, dissoluti, privi di scopo. Una delusione.
Lo scontro è inevitabile. Ma non sarà una semplice questione generazionale.

Dopo due numeri introduttivi dei personaggi, tutto sommato sufficienti a delinearli, il terzo albo apre seriamente le danze. Quitely esplode con il suo storytelling e Millar aumenta ulteriormente la velocità, aprendo scenari e possibilità.
Il quarto numero si svolgerà nove anni dopo rispetto a quanto letto nell'ultimo episodio, ed avremo la seconda generazione di eroi e criminali.

La critica statunitense è divisa tra chi loda il lavoro dello scrittore, e chi ci vede invece i soliti temi riproposti con lievi sfumature.
Il progetto è ambizioso, tanto che nelle solicits degli albi si legge 'Celebrate the 75th anniversary of Superman ... by buying this frankly much-more interesting book', piuttosto che 'the superhero epic that all future comics will be measured by'.
Personalmente, e soprattutto grazie al terzo albo, riconosco del potenziale alla serie che fino ai due numeri precedenti ancora faticavo a cogliere; inoltre, almeno al momento, si può dire per certo che i disegni sono una meraviglia e che Millar pare decisamente più ispirato che in molte delle prove passate e successive alle due season di Ultimates.

30.10.13

Sfogliando Preview: Novembre

Dato che sono anni che seguo il materiale originale statunitense, ho pensato che ci si poteva fare una rubrichetta veloce veloce.
Punto di partenza il Preview, catalogo di uscite dei vari editori d'oltreoceano dal quale prenotare, con due o più mesi di anticipo, le pubblicazioni che più interessano.

E considerato che la soglia di attenzione tende ad esaurirsi in un niente, una selezione di tre-solo tre-nient'altro che tre uscite. E il bonus di una menzione d'onore.

Si parte quindi dal Preview di Novembre, relativo alle uscite di Gennaio 2014:
 

HELLBOY FIRST 20 YEARS HC (Dark Horse)
Venti anni del ragazzo infernale raccolti in un volume, rigorosamente cartonato, con materiale inedito e sketch vari del maestro Mignola. Onestamente chi, all'epoca della prima apparizione, avrebbe pensato che Hellboy sarebbe diventato tanto popolare e longevo? Nota: sarà disponibile dalla seconda metà di marzo '14.


MIRACLEMAN #1 - #2 (Marvel)
Moore e Gaiman. La serie interrotta. L'acquisizione dei diritti da parte di McFarlane. Le cause legali. L'acquisizione dei diritti da parte della Marvel.
Lasciate stare tutto. È finalmente tempo di leggerlo. E di vederlo completato!!
Otto cover per il primo numero. Cinque per il secondo. Immagino le vedremo raccolte nella futura ed inevitabile edizione HC. Intanto si parte con gli albetti.


BATMAN: LI’L GOTHAM VOL. 1 TP (DC Comics)
Deformed. Chibi. Puppazzosetti. Ma scritto bene da Derek Fridolfs, celebre inchiostratore di Dustin Nguyen, che si occupa delle matite. Dopo quello di Morrison e Dini, é il miglior Batman degli ultimi anni. Davvero.

- MENZIONE D'ONORE -


REVOLUTIONARY WAR
Ho adorato la Marvel UK. L'Omnibus Captain Britain é nella mia libreria accanto agli Excalibur di Claremont e Davis. Mi ha rattristato la chiusura di Captain Britain and MI:13. Ora Marvel ci riprova con un evento che potrebbe portare all'apertura di qualche ongoing dedicate ai personaggi britannici.
Si parte a gennaio con Revolutionary War: Alpha #1, cui seguono i one shot dedicati a Dark Angel e Knights of Pendragon. Nell'arco dei successivi due mesi si dovrebbero vedere Death's Head e Motormouth a febbraio '14 ed infine Super Soldiers, Warheads e Revolutionary War: Omega a marzo '14. Questa la struttura dell'evento in otto parti. Cosa porterà il suo epilogo, lo vedremo.

29.10.13

Giorni di un futuro cosplay

Bryan Singer.
Ho guardato tante volte I Soliti Sospetti. E penso sempre con un pochina di nostalgia al primo X-Men, del 2010.
Ma poi? Non posso dire di aver più avuto modo di apprezzare il suo occhio da regista. E, in generale, il brand dei mutanti mi è parso sempre più spesso una parata di attori, più o meno ispirati, in modalità cosplay.

Non contesto la bravura di Stewart/McAvoy, McKellen/Fassbender. Analogamente nulla da ridire su Jackman, Peter Dinklage e Ellen Page. Anzi.
Ma Bishop, Blink e Warpath sono o non sono appena usciti da una ComicCon?

Spero di venire smentito. Ma il trailer non mi ha fatto una prima buona impressione.

28.10.13

[RECE] - Cose nostre - Malavita

Apri il listino, e gli ingredienti per il piatto che stai per assaggiare ci sono davvero tutti.
De Niro e Pfeiffer con aggiunta di Lee Jones, su regia di Luc Besson e produzione di Martin Scorsese.

Ti aspetti di 'mangiare', se non in modo eccellente, quanto meno con un senso di appagata soddisfazione.
Alla pausa tra primo e secondo tempo trovi:
- la ragazza seduta accanto a te che si lamenta dell'eccesso di violenza con il fidanzato che, invece, cercava in lei la conferma del divertimento provato con la prima parte del film;
- qualcuno che bofonchia sul fatto che, con il trailer, hanno trasmesso praticamente il primo tempo;
- qualcuno che sghignazza ancora per certe scene;
- qualcuno che, con malcelata noia, cerca la miglior posizione con cui appisolarsi durante l'imminente secondo tempo (tra cui la ragazza seduta alla tua destra che, di fatto, si farà una sommessa ronfata interrotta giusto poco prima del finale, forse per la rumorosità dello stesso).

Basato sul romanzo di Tonino Benaquista, scrittore, sceneggiatore e fumettista francese, di origini italiane, il film racconta in modo divertente di una famiglia mafiosa, sotto protezione testimoni.
Ma ci si limita al divertente.
Perché malgrado la commistione di generi ben equilibrata, la storia regala poco più che sorrisi. E, tra citazioni sparse, scenette e siparietti più o meno riusciti, l'interpretazione notevole di Dianna Agron - che scopro essere celebre per il suo ruolo in Glee, ma no, Glee non l'ho mai guardato - si procede fino al finale, che è forse la parte più debole della vicenda, tanto è frettoloso e poco ispirato.

Ma è una mia impressione o, ultimamente, le cover con personaggi in toni di grigio e sfondo rosso vanno di moda. Ho questo senso di déjà vu...


24.10.13

The Winter Soldier

Poster promozionale. Che se poi fosse la locandina, mica andrebbe male. Non si vede nient'altro che Cap. E un helicarrier dello S.H.I.E.L.D. che, per quanto mi riguarda, va sempre più che bene.
Ma questa volta, ci sarà The Winter Soldier, il Soldato d'Inverno creato, ma sarebbe meglio dire reinventato, da Ed Brubaker sulle pagine della sua gestione del Capitano.

Poi, ieri, arrivava questo:

ma, onestamente, mi rimane solo impresso il viso della Johansson, che torna a vestire i panni di Black Widow, dopo Iron Man 2 e The Avengers. Sì, ci sono altre cose, ma davvero non mi riescono ad impressionare più di quanto non faccia il secondo 0.08 del filmato.
In chiusura, si rimanda tutti ad oggi. Che questo era il trailer del trailer. Che è una cosa terribile da dire o scrivere, ma questo è. Ecco, quindi, cosa si è visto sul primo vero trailer dedicato al secondo episodio cinematografico di Cap.

 
Il tutto, come sempre, è estremamente debitore di Ultimates, di Mark Millar e Brian Hitch. Ma questa volta, dopo le performance di Capitan Patatone nel primo film e Capitan Pigiamino in The Avengers, l'attore Chris Evans pare un po' più calato nel ruolo. E questo è un bene.
Samuel L. Jackson rimane una garanzia; ma era sufficiente il suo cameo al termine del secondo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. per ricordarlo a chiunque. Lui È Fury. E Millar/Hitch ci avevano davvero visto giusto.
Scarlett Johansson mi aveva incantato di più nel fotogramma del primo trailer. Qui torna la brutta abitudine di far vedere il personaggio che viene calato/lanciato/traslato dai fili 'invisibili'. Ed è un effetto che lo spettatore, ormai, non può più tollerare.
Poi cosa?
Niente. Falcon appare inutile già nel poco spazio che gli è concesso in queste immagini. Ma è un personaggio inutile in generale. Che anche se gli cambi il character design, volare con le ali e le piume (metalliche o meno) non ti rende chissà che carismatico, siamo onesti.
Non mi piace la maschera copri bocca del Winter Soldier. Ma il braccio è fatto molto meglio di quanto mi aspettassi. Davvero molto meglio.
E se è uno spettacolo vedere l'helicarrier che decolla, c'è sempre un dannato gusto perverso nel vederlo precipitare, andare a fuoco, oh, the humanity. La sapete quella dell'oh, the humanity, no?

22.10.13

75 anni

Settantacinque anni.
In un paio di minuti.
Tim Beedle, sul blog della DC Comics, spiega ogni singolo riferimento fatto nel video. Perché si deve avere qualche anno sul groppone, oppure essere tanto fan del personaggio, per conoscere o notare tutti i riferimenti.

Ad ogni modo, ecco di seguito una versione tradotta e adattata di quanto riportato nell'articolo di Beedle:

:10
Si inizia con la cover di Action Comics #1, del 1938. È l'albo di esordio di Superman, creato da Jerry Siegel e Joe Shuster.
Una nota interessante: in quella cover l'emblema della casata di El (il simbolo della S, per i meno nerd), ha la forma di una specie di scudo; é l'unica volta in cui si vedrà raffigurato in quel modo.

:13
Superman non vola via dalla cover di Action Comics #1, semplicemente perché quello è un potere che ancora non aveva.
A partire dal 1939, con il debutto della serie intitolata Superman, l'emblema sul petto inizia a diventare più simile a quello che tutti conoscono, e che si vede mentre il personaggio corre tra i passanti.

:14
Tra quei passanti si scorge, sul lato destro, Lois Lane che indossa un vestito marrone con cintura alta.

:17
Mentre Superman si libra in volo, il suo aspetto cambia; questo in base all'approccio grafico che artisti come Fred Ray e Wayne Boring ebbero ad inizio anni '40.

:18
Il palazzo che Superman salta con un singolo balzo è il Daily Planet, che quando il personaggio venne creato si chiamava invece Daily Star. Il nome venne cambiato nel 1940.

:20
Il celebre globo del Daily Planet non nasce nei fumetti. La sua prima apparizione fu nei cartoni dei Fleischer Studios, nel dettaglio durante l'episodio originale 'The Artic Giant', trasmesso per la prima volta nel 1942.
Proprio subito dopo il balzo, il personaggio viene ritratto proprio con il character design dei Fleischer Studios.

:24
Anche l'emblema sul petto, che ora è una S rossa su sfondo nero, riflette il design Fleischer.

:27
I robot volanti sono ripresi dal corto del 1941 'The Mechanical Monsters', il secondo ad opera di Fleisher.

:30
Gli albi della Golden Age. Gli albetti raffigurati sono stati scelti da uno specifico comitato per il 75esimo Anniversario di Superman, per rappresentare artisti e momenti significativi di quel periodo.
L'immagine più in vista è la cover di Action Comics #47, ad opera di Fred Ray. Si tratta della prima apparizione di Lex Luthor sulla cover di un comic book.

:33
The Adventure of Superman, interpretato da George Reeves nella parte dell'Azzurrone, fu la prima apparizione televisiva del personaggio.
Lo show fu trasmesso per sei stagioni, per più di cento episodi complessivi.

:38
La Silver Age. L'immagine che spicca è quella della cover di Superman’s Pal Jimmy Olsen #53, disegnata da Curt Swan. Ed é anche l'unica apparizione di Olsen nei panni del Gigantesco Uomo Tartaruga.

:41
Il design di Supes cambia nuovamente, ora per riflettere l'immagine che ne dettero disegnatori come Al Plastino ed il sopra citato Curt Swan.

:42
La sequenza è un omaggio ad Action Comics #242, del 1958, la prima apparizione di Braniac. Alle sue spalle, sopra la roccia, spicca la città imbottigliata di Kandor, che però non è presente nella cover da cui è tratta l'immagine.

:45
Superman combatte Bizarro, mentre sullo sfondo si vedono la Terra cubica da cui proviene quest'ultimo e, soprattutto, la Fortezza della Solitudine e la chiave gigante per potervi accedere.

:50
Superman e la Super Family: Supergirl, Krypto, Streaky e Beppo la Super-Scimmia. Mancherebbe all'appello Comet, il Super-Cavallo.
La versione Kara Zor-El di Supergirl debuttò in Action Comics #252, del 1959. Sullo sfondo, si vede la fattoria dei Kent, a Smallville.

:52
Mentre la Super Family vola via, Superman incontra Mr. Mxyzptlk. Benché creato nella Golden Age, appare qui con la più celebre sua versione Silver Age che lo vede indossare il costume arancio e viola.

:56
Ad ammirare i quadri alla parete ci sono Clark Kent, quello che pare inequivocabilmente essere Andy Warhol e Diana Prince, meglio nota come Wonder Woman, che qui appare con il look di fine anni '60.

:58
I Super Amici. L'immagine riprende quella di apertura del cartone animato, ed è disegnata con lo stile di Alex Toth.

1:00
Lo scontro tra Superman e Muhammad Alì, del 1978; data la palese differenza tra la forza dei protagonisti, l'incontro si svolgeva su un pianeta orbitante attorno ad un sole rosso (come quello di Krypton, e sotto il quale Superman é praticamente privo dei poteri che lo contraddistinguono).
Qui, il personaggio è disegnato con lo stile di Neal Adams.

1:06
È il Superman cinematografico del film di Richard Donner, del 1978. Ovviamente le sembianze sono quelle dell'attore Christopher Reeve.

1:11
La sequenza/videogame è un tributo al primissimo gioco dedicato a Superman. Siamo sempre nel 1978, e lo si poteva giocare su Atari 2600.

1:12
Mentre la musica cambia, passando da quella, celebre, di John Williams alla recente composizione di Hans Zimmer per il film Man of Steel, Superman cade vittima di Doomsday.
È il 1992, l'anno de 'La Morte di Superman'.

1:17
Dalla cover di Superman #75, arrivano quattro nuovi eroi ispirati al kryptoniano e che presero brevemente il suo posto durante l'evento 'Reign of Supermen!'. I personaggi sono: Cyborg Superman, Superboy nella versione Kon-El, l'Ultimo Figlio di Krypton ed infine Steel.

1:20
Il ritorno di Superman, con il costume nero e i capelli lunghi.

1:21
Il Superman Blue ed il Superman Rosso. (sì, non voglio ricordare quei tempi...)

1:23
Finalmente torniamo a Superman, come rappresentato nella serie degli anni '90 da Bruce Timm, con Alan Burnett e Paul Dini.

1:27
Tra la folla, si vedono Dan Turpin, Jimmy Olsen, Lana Lang, Lois Lane, Perry White, Jonathan e Martha Kent.

1:28
Se la torre dell'acqua è quella di Smallville, la celebre serie televisiva, il Superman che appare è invece quello di Kingdom Come, ad opera di Alex Ross.

1:32
Supes combatte Darkseid, entrambi raffigurati nel design del New 52 e come apparsi sulle pagine di Justice League, del 2011.

1:38
La più recente incarnazione di Superman, quella dell'attore Henry Cavill in Man of Steel.

17.10.13

Lo stai facendo nel modo giusto

Sei primi piani.
Più uno.
Nel mezzo una brevissima sequenza.
Ecco cosa è servito per raccontare, in appena 24 (ventiquattro!!) secondi effettivi, la storia di un personaggio.

Ci vuole abilità per saper raccontare. E ce ne vuole molta di più per farlo in modo sintetico ed efficace. Questo video lo fa.

14.10.13

[RECE] - Cattivissimo Me 2

Mentre guardavo il film, rigorosamente non in 3d, che tanto lo sappiamo tutti che non serve, mi chiedevo cosa avrei scritto in queste righe.
Onestamente me lo chiedo ancora. Perché ho notato che questo secondo episodio va molto a gusto personale. C'è chi preferisce il primo e chi, invece, si è divertito molto di più con questo.


Qui i Minion, Minions, che dir si voglia, quelle pallette gialle in salopette in buona sintesi, hanno molto più spazio. Ed è un bene. Si erano già abbondantemente attirate l'attenzione e la simpatia degli spettatori ancora al loro esordio. E qui si accontenta chi voleva vederne di più. Risultato: catalizzano la maggior parte dei momenti comici più riusciti, cosa che invece un po' sfugge agli altri protagonisti della pellicola che, a differenza del primo film, risultano un po' più adagiati.

La regia funziona benissimo, ognuno ha il suo spazio, la propria caratterizzazione. E, cosa più rilevante, non si scivola con la gestione dei tempi, lasciando eccesso di margine ad una parte piuttosto che ad un'altra. Ma poi, arriva la palletta che fa ridere. Ed è quello che ci si ricorda a fine visione.

Mi ci sono divertito? Qualche risata. Ma il primo mi aveva sorpreso oltre che divertito. E nel divertire era stato molto più efficace.
Non era solo la freschezza della novità; era proprio la storia ad essere narrata bene e con personaggi che funzionavano più che egregiamente. Cosa che, come detto sopra, qui è lasciata un po' troppo a cornice delle gag dei Minion/Minions.

Lo guarderei nuovamente? No.

Ma una cosa va detta: gli ultimi cinque minuti di film sono geniali. E sì, sempre loro. Le pallette.

Però ho scritto salopette. Non pensavo avrei mai davvero scritto questa parola. Non ero nemmeno certo di averlo fatto correttamente. Google ha confermato.

E poi stasera riprende The Walking Dead.
E domani esce The Man of Steel in home-video. (edit: pare sia slittato al 23.10.2013)
E dopodomani il primo numero di Orfani, che però da qualche parte già si trova.
Così, per darvi un paio di spunti.

7.10.13

[RECE] - The Bling Ring

Il titolo più valido sarebbe stato 'ulteriore dimostrazione di quanto Sofia Coppola sia una validissima fotografa'.

Avete visto il trailer? Ok, allora non ci sarà grosso rischio di fare spoiler. Perché, essenzialmente, il film è già tutto lì. Non vado a memoria, l'ho appena guardato nuovamente giusto per esserne sicuro. Confermo che il film sia davvero tutto lì.

Andandolo a vedere in sala, però, assisterete ai seguenti fenomeni:
- il pubblico femminile che trasalirà alla vista dei guardaroba delle star. Soprattutto per le scarpe. Ci saranno occhi sbarrati. Espressioni di pura invidia e stupore. E qualche suono sommesso che vi farà guardare intorno, con aria quasi imbarazzata. Non dateci peso. È passione. Di quella tutta femminile per l'Abbigliamento. L'A maiuscola è voluta.
- se siete un nerd, vi troverete a pensare ad Assassin's Creed. Il primo. Quello con Altaïr. Perché per la maggior parte del tempo assisterete praticamente allo stesso tipo di azione. Il gruppetto prende di mira la casa del vip. Prende quel che vuole. Si gode il bottino. E poi si passa al successivo. E a quello seguente. Intermezzo. Casa del vip. Prende. Bottino.

Detto questo, dov'è l'approfondimento psicologico dei personaggi? Quali sono le ragioni che stanno dietro al gruppo criminale di The Bling Ring? Dove sta la tridimensionalità di una vicenda che, pure, è ispirata a fatti realmente accaduti?
Non c'è. Tutto qui. E non per mancanza di sceneggiatura o imperizia di regia. Ma ci sono arrivato dopo. Se avrete attorno a voi lo stesso pubblico del quale ero circondato, capirete. Parlare di disvalore emotivo e morale generazionale mi pare troppo bigotto. Generazione parzialmente composta da elementi debosciati scarsamente consapevoli, suona meglio?
Ecco perché dicevo che la Coppola è una validissima fotografa. Ha scelto una storia. Ne ha valutato gli aspetti. L'ha immortalata così come era. Vuota. Meravigliosamente colorata, ma dannatamente vuota.
Non in senso limitante. Ha proprio centrato l'obiettivo in pieno.

Se avete visto il film, se lo andrete a vedere, se vi ha incuriosito la vicenda, date una letta all'articolo di Arianna Cavallo su Il Post, che è un'ottima vista sulla vicenda reale ed i suoi protagonisti.

Nel film c'è anche Gavin Rossdale. Ma non ci fa caso nessuno. Ma tanto lo potete vedere pure nel trailer. L'avevo detto che il film era già tutto lì. E no. Prima di vederlo in sala, non ci avevo fatto caso.

Menzione d'onore per la colonna sonora. Azzeccatissima. Perfettamente miscelata nelle scene, e stilosa quanto basta senza essere troppo mainstream.

30.9.13

Spoiler Bad

L'idea era di iniziare la settimana con la recensione di Bling Ring, di Sofia Coppola. Ma al primo weekend un filo più piovoso, entri nel multisala, e ti chiedi come sia possibile che l'essere umano scelga, in modo tanto immediato, di creare il nemico naturale della coda alla biglietteria: la marmaglia. Sparsi ovunque, tranne che in fila, con condizioni climatiche avverse (leggi riscaldamento alto, troppo alto). Madri infuriate con figli che corrono. Madri infuriate con padri che non hanno preso nota dell'orario corretto dello spettacolo. Madri infuriate a prescindere.

Però, ehi, la settimana scorsa c'era il numero 0 di Orfani!! L'hai letto? Sì, certo, on line. E la copia cartacea? L'hai trovata? Occhio, però, è uscito il pilot di Agents of S.H.I.E.L.D. sarebbe pure il caso di farne due parole, non credi? Ah già, c'è pure il teaser di Avengers: Age of Ultron. Il film voglio dire. Non la mini della Marvel. Anche se il film è comunque Marvel. Lo è anche AoS, che è l'acronimo della serie tv Agents of S.H.I.E.L.D. Ma l'abbiamo già nominata poco fa. Allora sarà il caso di parlare del finale di Breaking Bad!! Dannazione, no che non è il caso!!

Voglio dire, ok l'intrattenimento, i tempi veloci della rete, ma uno mica riesce a vedere tutto e subito. E a commentarlo. O spoilerarlo. E no, non dovete spoilerare. Mai. Soprattutto Breaking Bad. Non si fa. Guardate che poi arriva Tuco.

Certo, c'è sempre la possibilità di sedersi al pc e lasciare che i dati fluiscano, in modalità Malcolm McDowell. Però, che diamine. Un attimo di respiro. E prendetevelo il tempo per godervi le cose.
Ah, ma alla fine sto Bling Ring, l'hai poi visto? Bello?

23.9.13

[RECE] - Rush

Non amo guardare lo sport. Mi è estraneo tanto il concetto di stare in divano a vedere una partenza di Formula 1, quanto il tifare con senso di appartenenza per i successi di un atleta.
Non fa per me. Non l'ha mai fatto.

Ma quando ti scopri a stringere forte i pugni durante una sfida tra due vecchie, seppure storiche e indubbiamente eccezionali, Ferrari e McLaren, allora capisci: Ron Howard ha fatto centro.

Due ore di film. Mai noiose.
Lauda ed Hunt raccontati bene. Benissimo. E recitati anche meglio. Se la rivalità dei protagonisti permea, giustamente, tutto la storia, regia e sceneggiatura non si abbandonano nemmeno per un istante. Viaggiano sicure per tutta la durata del film in modo meravigliosamente sapiente.

Perché due sono state le cose più belle del film:
- c'è spazio per tutto quello che condisce la vicenda, senza mai essere troppo stringati, nè mai dilungarsi più del necessario;
- i commenti in sala di chi, all'epoca, era grandicello a sufficienza per avere vissuto quei momenti. Ed i commenti erano quelli di chi ricorda, con piacere e quel non so che che definirò, per maggiore agilità, il 'gaso raro'.

C'è un raggio d'azione che, tra gli estremi del 'pilota-robot', come Lauda veniva soprannominato, e l'edonismo scellerato di Hunt, da margine allo spettatore per riconoscere sé stesso. E c'è la rivalità. E l'abilità non solo nel raccontarla, ma nel farla sentire al pubblico. Nel fargliela vivere.

Delle mille altre cose da dire, è piena la rete. Un giro veloce su YouTube, e vedrete quanto scrupolo è stato messo nella ricostruzione minuziosa del tutto. Documentatevi. Fatevi un'idea. Prima o dopo la visione del film. In entrambi i casi, ne varrà sicuramente la pena. Avrete (ri)scoperto la storia di una meravigliosa rivalità.

12.9.13

Il mio amico Buddy Baker

Venti anni fa.

Ero un pischelletto che solo una dozzina di mesi prima aveva (ri)cominciato ad immergersi nelle letture a fumetti e nel mondo dei supereroi.

Avevo trovato un Uomo Ragno avvolto da un costume nero, di cui non sapevo assolutamente nulla.
Vedevo per la prima volta Wolverine affrontare l'infezione/inseminazione della Covata, a fianco di un gruppo di mutanti noto come X-Men. Leggevo i Fantastici Quattro di Byrne.
Ma la DC? Superman e Batman, ovvio. Ma non li trovavo nelle edicole. Flash, lo avevo scoperto
qualche mese prima, con il serial in cui il papà di Dawson correva nei panni di Barry Allen, anche se il fumetto parlava di Wally West...e io non capivo il perché.
Insomma, scoprivo il cosmo Marvel e quello DC.

E poi lessi Animal Man.

Grant Morrison era un nome che suonava bene, per uno scrittore. Non sapevo sarebbe poi diventato uno dei miei preferiti. Il preferito.
Buddy Baker, l'eroe che assorbiva i poteri o, meglio, le abilità degli animali. Bel costume e impazzivo per quegli occhialoni. Sì, non sono occhiali, lo so. Ma per me erano dei meravigliosi occhialoni.
E poi arrivarono quelle tavole. Un topo antropomorfo assale Animal Man, nel secondo episodio della serie. Colpisce il braccio. Strappandoglielo. E lasciando a terra l'eroe, in una pozza di sangue.
Credo che mai prima di allora, e mai più successivamente, una sequenza in un albo abbia avuto su di me tanto impatto visivo ed emotivo.
Voglio dire, un personaggio fatto a pezzi? Ed in modo tanto brutale. Il senso che trasmise alla mia giovane immaginazione era quello della più totale irrimediabilità. E l'attesa del numero successivo fu davvero la più dura che possa ricordare. Volevo sapere cosa sarebbe successo.
Dovevo saperlo.
All'epoca non ero abituato agli espedienti narrativi che potevano salvare anche le più estreme situazioni.

Poi, certo, oggi è palese che la parte centrale della storica run di Morrison sia quel che è. Che 'Il Vangelo del Coyote' sia quello spettacolo di storia che tutti conosciamo. Che l'epilogo metafumettistico sia stato quella piccola grande perla di cui si è parlato in tanti svariati modi.

Ma, per me, questa tra le tante opere di Morrison, resta e resterà sempre il viaggio tutto speciale di un ragazzino che adorò alla follia personaggio e storia.

22.6.13

[RECE] - Man of Steel

Vado a vedere il film con un giorno di ritardo, rispetto alle mie intenzioni. In sala hanno messo tanta aria condizionata, che un orso polare ha ben pensato di uscire un secondo, per andare in macchina a prendere almeno una sciarpina per la gola. Passo l'interminabile mezz'ora di pubblicità e trailer, pensando alle grandi aspettative che ho per il film, e alle numerose critiche di cui ho letto in rete in questi giorni.

Diciamolo da subito. A Supes ci vogliamo proprio bene. Il me bambino ha amato il personaggio da subito. Ha messo una tovaglietta rossa nel colletto della maglietta, fingendo fosse il suo mantello. Ha volato con Cristopher Reeve nella prima pellicola. E, poi, non ha più trovato la magia di quelle sensazioni nei vari capitoli successivi. Per non parlare dell'asincrono tentativo di riprenderne la narrazione nel 2006.

Il me bambino continua a seguirne le avventure fumettistiche. Anche nei momenti in cui i team che lo gestiscono fanno un lavoro non precisamente apprezzabile. Insomma, Superman è sempre stato qualcosa di più che un semplice personaggio.

Sappiamo cosa hanno fatto Snyder e Nolan. E sappiamo anche cosa ha fatto Goyer. Inutile tornarci sopra. Voglio semplicemente guardare questo Man of Steel. Lasciare fuori i pregiudizi e sperare. Sperare di vedere un film che non mi faccia soffermare su aspetti tecnici, su gestioni e scelte di regia, su adesione più o meno aderente a certi canoni che, sia mai, non possono essere toccati. Il me bambino ha semplicemente voglia di volare, ancora una volta.

Non è l'Azzurrone di Moore/Swan. Non è nemmeno quello di Morrison/Quitely. E no, non si tratta neppure di quello di Johns/Frank.

Ma ho sentito l'amore di un genitore. Ho avvertito la sensazione di essere fuori posto, nel tentativo di cercare un percorso per sè stessi. Ho visto la forza, e la gentilezza. Ero su Krypton. Ero a Smallville. Ero a Metropolis. Superman, l'Uomo d'Acciaio, stava volando. Ed io con lui.

Il me bambino inizia un diverbio con il me uomo di trentaquattro anni. Uno dice che non è questo Superman. L'altro sostiene che, questo, sia un Superman diverso. Un Superman che risponde molto più realisticamente a questo mondo. Il sense of wonder non è morto. È solo molto diverso da quello di un tempo. Si guardano un po' storto, entrambi troppo cocciuti, il me bambino e l'uomo. Ma, ehi, non sono forse entrambi con l'immagine di sè, pugni chiusi ai fianchi, e mantello rosso alle spalle? Up, up and away.

ps: si, si. è ovvio che abbia notato il camion e l'autocisterna con il logo LexCorp!!
pps: Faora/Ursa è qualcosa di fenomenale. Gli occhi di quella donna...

17.4.13

Un trailer che è meglio di molte run


Si, certo.
È solamente un trailer.
Poi magari la storia deluderà le aspettative. O sarà proprio il film a non essere all'altezza dell'hype che sta generando (fachenonsiacosì, sudaifachenonsiacosì).
Ma quando un trailer riesce ad essere più coinvolgente di intere run, si ha l'ulteriore conferma che il problema non è mai il personaggio. Ma la storia ed il modo in cui la si racconta.

E, in questo trailer, la storia viene raccontata davvero bene.

21.3.13

[RECE] - The Private Eye

Tutti indossano una maschera. È un assunto piuttosto banale, ma che cosa accadrebbe nel momento in cui tutti, letteralmente, ne indossassero una?

Un futuro in cui internet non esiste più; la rete è un ricordo del passato, ma il suo ultimo respiro ha liberato ogni segreto custodito in essa.
Quindi resterebbe da vedere come l'informazione venga gestita. Che ruolo copra davvero la stampa in uno scenario simile. Come si sia evoluto, o involuto, il concetto di privacy.

È un mondo terribilmente variopinto e costellato da una miriade di personaggi di cui non sappiamo niente, ma dei quali vogliamo scoprire di più.
E il titolo, The Private Eye, investigatore privato, fa presagire che gli indizi sparsi in questo primo numero non siano altro che un assaggio di un quadro più complesso che, solo proseguendo nella lettura potremmo comprendere.
I nomi coinvolti, come già detto, sono di prim'ordine. 32 pagine di tutto fumetto, niente pubblicità (come era lecito aspettarsi, ma come è giusto chiarire per chi potesse sospettarne la presenza). Un albo di esordio che fa venir voglia di leggerne ancora.
Che Vaughan sappia raccontare, ormai è storia nota. Se avete letto Y the Last Man, è superfluo ribadire la capacità dello scrittore nel tratteggiare con i giusti dialoghi tanto la personalità dei personaggi, quanto la tridimensionalità degli ambienti e situazioni nei quali questi si muovono.
Martin è un talento che è sempre un piacere poter ammirare. Pop eppure stranamente classico. Ed i colori di Muntsa Vicente condiscono il tutto a meraviglia.

A chiusura dell'albo, una postfazione di Brian K. Vaughan che aggiunge qualche piccolo retroscena sul perchè di questa serie e del suo modo di essere proposta.

Le premesse ci sono. Le promesse anche. Ne vorrei una edizione cartacea? Stando a questo primissimo numero, sì. È prevista? Al momento gli autori non ne hanno fatto alcun accenno. Per ora possiamo semplicemente aspettare il prossimo episodio.

19.3.13

The Private Eye

Dopo aver letto numerose querelle sul mondo del fumetto, relativamente ai diritti d'autore, al modo in cui le major trattano i propri scrittori e artisti, ai progetti creator owned, oggi si fa un nuovo passo avanti rispetto alla strada ormai nota ai più.

Brian K. Vaughan ai testi, Marcos Martin ai disegni, Muntsa Vicente ai colori.

Ed un sito, Panelsyndicate, dal quale è possibile scaricare il primo numero della loro serie, The Private Eye, al prezzo che più si consideri idoneo. Potenzialmente, anche un acquisto pari a $ 0.00 sarebbe comunque sufficiente a consentirvi di ottenere la vostra copia digitale.
Ma, considerato che i proventi andranno direttamente agli autori di cui sopra, è più che auspicabile che si scelga di pagare un prezzo ragionevole. Perchè chi non sarebbe disposto a pagare una giusta somma, se lasciata alla piena libertà dell'utente?

L'esperimento che, nelle intenzioni degli autori, dovrebbe essere composto da un totale di dieci 'albi', apre una diversa prospettiva rispetto a quanto era fino ad ora possibile fare utilizzando Kickstarter. Non si tratta più di raccogliere fondi per produrre il progetto, magari inserendo dei bonus per i finanziatori che si dimostrassero maggiormente generosi. Qui si lascia libero l'utente di fare ciò che crede più corretto.

Sarà interessante vedere se e come questo esperimento si dimostrerà valido. Certamente porta in evidenza un processo produttivo agile che, è facile immaginare, non tarderà a generare numerosi epigoni.