18.9.10

Longino

- Ora -
'Cosa vedi?'
'Ora non vedo più nulla.'
'Cosa ricordi?'
'Sangue. E acqua. Ed il figlio di tutto.'

- Ieri -
Mi viene detto di controllare, perchè stava per nascere un nuovo giorno e la legge parla chiaro. Alzo gli occhi ed esito. Perchè la mia mano non si muove, perchè nel cuore sento un peso gravissimo che mi schiaccia al suolo. Ciò che era abitudine la volta scorsa, e tutte quelle che la precedettero, ora è barbarie. La mano che afferra la lancia viene trattenuta e mi viene chiesto cosa io abbia intenzione di fare. Chi mi parla è un uomo, tale e quale a me. E, nel guardarlo, penso 'come fai a non sentirti infinitamente piccolo, in questo preciso istante?'.

Quando parlo, pongo una domanda diversa da quella che avevo in mente. 'Guardalo. Non mi vorrai dire che è necessario spendere ulteriori energie, vero? Sono ore che stiamo qui, e mi pare che ormai non ci sia più nulla da attendere. Mi basterà questa per sincerarmene. E poi si smantella tutto.'
Mi sudano le mani. Mi suda la fronte, sotto l'elmo, e rivoli di lacrime salate mi scendono sul volto. Parlo in un modo che non mi appartiene. Ma l'alternativa non è una opzione. Sarebbe una condanna.
Faccio ciò che devo. È l'unica soluzione che ho trovato ragionevole e, ciò nonostante, tremo. Sto facendo qualcosa di sbagliato, di osceno. Rispondo alla legge e al mio cuore, nel modo che ritengo il più equilibrato.

La lancia compie il suo destino. È ora bagnata di sangue e acqua.

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