30.1.10

La voce di Gaia

Iniziò come una scommessa. Come una di quelle iniziative che, in qualche modo, si spera possano unificare gli animi, unire i popoli e tutti quei bei discorsi che normalmente si fanno in situazioni simili.

Non ricordo esattamente se l'iniziativa partì da un blog, da un gruppo di persone che voleva entrare nel Guinness o cos'altro. Fatto sta che l'idea crebbe sempre più di popolarità. Sembrava impossibile, perchè richiedeva che tutti, davvero tutti partecipassero. La questione era strutturata in modo tale da dover coinvolgere ogni persona, in ogni paese, in ogni nazione.

E non solo. Il tempo era tutto. Mai, come allora, si era deciso che il fatto sarebbe dovuto accadere con la più rigorosa attenzione alla totale e perfetta sincronia.
Non ci furono prove. Non si fecero dei tentativi per verificare se si sarebbe riusciti nell'impresa. E nemmeno si pensò all'effetto che sarebbe potuto prorompere da una simile azione.

Quando venne il giorno, pareva che il ritmo stesso del quotidiano venisse costantemente distorto dal senso di anticipazione che un po' tutti si provava. E la raccomandazione di non mancare era diventata superflua. L'accordo tacito aveva passato ogni barriera. Fisica. Geografica. Politica. Culturale. Religiosa. L'evento non era nemmeno più un must mediatico. Nessuno avrebbe guardato la tv in quel momento. Tutti avrebbero partecipato.

Nello stesso preciso istante.
Gridammo.
Ed il pianeta, per la prima volta, cantò.

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